Ischia: Ad ognuno il suo presepe Stampa
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IschiaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Venerdì 08 Gennaio 2010 16:45

 

Ischia: Ad ognuno il suo presepe

Paese che vai usanza che trovi, le rappresentazioni speciali made in Ischia.
La tradizione però resta sempre quella, una sorta di congiunzione ideale tra i secoli, un percorso di fede, meditazione e preghiera sul Mistero della Salvezza, nel recupero di valori semplici ancora attuali che, facendo perno sul Natale. La deliziosa miniatura nella palma di Antonio Iacono a Casamicciola ed il bassorilievo Natività di Pio Scippa a Forio.

«  Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. » (Vangelo di Luca, II, 7) è questa l’immagine che ho del presepio. Un simbolo che ha ampliato i suoi confini affascinando le famiglie e via via artigiani, pittori e scultori. Tutte persone apparentemente dotate di una spiccata attrazione per l’arte in tutte le sue forme. Una tradizione che ha attraversato i secoli, una anello di congiunzione ideale tra passato, presente e il futuro.
Curiosando qua e la su Wikipedia è interessante notare cose e come viene inteso attraverso la storia ed il “vocabolario”, il presepio e quanto intatta e rispettosa sia rimasta la tradizione. Il termine presepe o presepio deriva dal latino e significa greppia, mangiatoia, recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto. Nel significato comune il presepe indica la scena della nascita di Cristo, derivata dalle sacre rappresentazioni medievali. Per comprenderne il significato originario,  occorre rapportarsi alla figura del lari, profondamente radicata nella cultura etrusca e latina. I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum cioè immagine. Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l'accensione di una fiammella. In prossimità del Natale si svolgeva la festa detta Sigillaria (20 dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l'anno. In attesa del Natale, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura.
Nella vigilia del Natale, dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino.
Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, "portati" dai loro trapassati nonni e bisnonni.
Dopo l'assunzione del potere nell'impero (IV secolo), in pochi secoli i cristiani tramutarono le feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone i riti e le date, ma mutando i nomi ed i significati religiosi. È interessante notare in ciò come e quanto il presepe moderno racchiuda in se questa tradizione e le sue molteplici riproposizioni e rappresentazioni. Rappresentazioni che si sono arricchite di mille sfaccettature in molte realtà abbracciando un universo globale che racchiude in se tutti i popoli della terra, i altre è rimasto tradizionale e rappresentativo di una cultura millenaria che riporta sempre gli stessi spaccati e le stesse immagini. Nel nostro giro isolano ci ha colpito particolarmente il presepio nella palma di Piazza Bagni, allestito dall’assessore Iacono Antonio ed il Bassorilievo su cemento armato dell’artista Pio Scippa visibile a Forio. Mentre ci stupirà tra qualche giorno il presepe politico di Luigi Mennella che sta ultimando il suo “Carroccio”. Il primo con grande spirito di solidarietà e coraggio, lasciatemelo dire ha realizzato una “miniatura” ai piedi di una palma nana nei giardini che hanno visto e subito l’alluvione del 10 novembre scorso. Un gioiellino semplice ed essenziale con in evidenza la natività e sopratutto tutto realizzato con pastori made in San Gregorio Armeno. Di questi tempi ditemi se non è coraggio lasciare alla merce di vandali ed incivili questo vero patrimonio. Il secondo è un bassorilievo in cemento armato dove è l’integrazione tra popoli, razze e religioni a fare da elemento di aggregazione. Popoli, razze e religioni tutte al cospetto di questo bambino nato per dare speranza e diffondere amore e che mai come in questa rappresentazione lancia un chiaro messaggio di pace. Un presepe che vuole far riflettere e che affida il suo messaggio al Natale che tutto può.
Lo scopo sembra quasi essere quello di offrire a chi osserva un percorso di fede, meditazione e preghiera sul Mistero della Salvezza, nel recupero di valori semplici ancora attuali che, facendo perno sul Natale, riconducano all'essenzialità del messaggio evangelico ed in questo anche il presepe di Piazza Bagni sembra aver colto nel segno. Un insieme apparentemente ovvio il cui spettacolo, però, si rinnova negli occhi di un bimbo che stupito osserva questo oggetto misterioso.

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 10:42