Procida: 13 gennaio 2010 - Lettera aperta al comp. vittorio cerase, procidano presidente direzione regionale prc veneto |
ProcidaNews - Cronaca | |||
Scritto da Nicola Lamonica | |||
Giovedì 14 Gennaio 2010 17:32 | |||
Procida: 13 gennaio 2010 - Lettera aperta al comp. vittorio cerase, procidano presidente direzione regionale prc veneto Caro Vittorio, anzitutto congratulazioni vivissime per il ruolo politico che ti hanno assegnato ed auguri di cuore per le cose buone che ti accingi a fare. Suppongo, però, che non sarà cosa certamente facile, sia per la degenerazione politico-culturale avutasi nel dopo pci ( che non ha escluso una parte dei gruppi dirigenti nazionali ed a cascata anche alcuni compagni di rilievo ai livelli più bassi) e sia per il “ carrierismo” che ha purtroppo conosciuto anche la sinistra comunista; far respirare a tutti un’aria rinnovata sarà una lotta interna dura, non indifferente, in ogni schieramento! Per la politica nazionale non dolertene più di tanto. Le ultime scissioni ( con Rizzo nel pdci e Vendola nel prc ) - ma anche le numerose prese di distanza nel tempo di tanti e tanti altri compagni dai propri partiti di appartenenza - hanno un’unica lettura, anche se effettuate in tempi diversi e per obiettivi diversi, molto distanti tra loro. La lettura è che i vertici del pdci e del prc ( tanto per parlare solo dei “ grossi” schieramenti) hanno dimostrato insipienza politica ed attaccamento alle poltrone per non hanno saputo cogliere la palla al balzo nella pesante sconfitta elettorale; non hanno saputo prendere atto che la sconfitta non è un caso e non è attribuibile solo sulla responsabilità di un quadro dirigente, che comunque è restato a galla ovunque, ma sulla politica che tale quadro ha voluto e perseguito nelle istituzioni e soprattutto nel paese per anni ed anni. Le ultime tre righe del tuo scritto ( mi scuserai se le commento) esprimono una realtà e non un orientamento alternativo ( nulla di nuovo in sostanza ! ) ed hanno solo il “ pregio” di creare confusione e di orientare le masse nella direzione sbagliata ( da qui anche le difficoltà che si riscontrano a Procida ); quando al parolaio forbito ed accattivante dei tanti illuminati ed interessati personaggi che fanno riferimento al cosiddetto centrosinistra contrapponiamo, non una scelta di campo, ma possibili accordi: di tipo organico o di tipo elettorale, sono scontati i disorientamenti e le sconfitte! La lotta, indicata anche da te, non può essere considerata come arma di ripiego o come l’unica spiaggia a cui aggrapparsi “se gli altri non ci vorranno”. Essa rimane sempre l’unica arma che il lavoratore ( nella sua accezione più vasta) ha disposizione quando, come in Italia in un’era berlusconiana, si crea un blocco socioeconomico che strozza e che schiavizza. La ricetta per il Paese non può essere dettata da chi ha un piede, se non due, nel centro moderato e non può essere quella delle ammucchiate per vincere. Abbiamo bisogno di privilegiare il progetto sulle formule e l’unione a sinistra sulle ammucchiate se vogliamo sconfiggere il liberismo invadente che ha come unico obiettivo quello di incastrare definitivamente tutti ad un disegno neocapitalistico che veda l’economia di un paese ( e l’Italia berlusconiana insegna! ) inglobata nella globalizzazione del mercato e degli affari piuttosto che in quella della solidarietà e dell’uguaglianza. nicola lamonica
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Ultimo aggiornamento Venerdì 08 Marzo 2013 18:13 |