Due iniziative notevoli del Centro d’Ambra, Garibaldi da Ischia a Torino e nelle puglie, di Anna Maria Sepe Stampa
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Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche
Scritto da Anna Maria Sepe   
Mercoledì 12 Ottobre 2011 18:21

Due iniziative notevoli del Centro d’Ambra, Garibaldi da Ischia a Torino e nelle puglie, di Anna Maria Sepe

Fra le meritorie attività culturali del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra nel diffondere in Italia “il messaggio garibaldino ischitano” sono da annoverare due iniziative di grande successo, non solo per il Centro d’Ambra, ma anche per la particolare attenzione, comunque positiva, che suscitano fra gli italiani di livello che non frequentano l’Isola. E questo senza spendere una lira, ma solo esportando con  sapienza messaggi culturali adeguati.

Al Lingotto di Torino c’è stato un Convegno internazionale sul tema “Le Scienze della Terra” a cui hanno partecipato oltre mille professori universitari provenienti da tutta l’Italia, fra cui l’ischitana prof.ssa Ilia Delizia. La delegazione scientifica dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” era composta dai professori Giuseppe Luongo, Elena Cubellis e Francesco Obrizzo.
Alla fine del convegno, a sorpresa, è apparsa sul grande schermo l’immagine
a colori del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra, con il Logo creato dallo stesso per i 150 dell’Unità d’Italia e diffuso il 17 marzo scorso, oltre ai “garibaldini” in camicia rossa ed altri simboli, con l’invito ad Ischia. I partecipanti hanno accolto l’iniziativa con unanime e lungo applauso di consenso. Poi hanno chiesto dettagli sull’Isola d’Ischia per eventuale soggiorno.
Si ricorda che il prof. Giuseppe Luongo, notissimo anche nell’Isola d’Ischia, attuale professore ordinario di Fisica del Vulcanesimo dell’Università Federico II di Napoli, ha ricoperto numerosi incarichi scientifici fra cui quello di direttore dell’Osservatorio Vesuviano. Il professore al ritorno da Torino, ha voluto visitare la mostra di Garibaldi allestita presso il Centro di Ricerche Storiche d’Ambra ed assaggiare il vino “Rosso Garibaldi”. Alla fine della visita, durata circa due ore, ha voluto lasciare scritto un pensiero sul libro delle firme del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra: « La Mostra di Garibaldi di Nino d’Ambra è costruita con competenza e soprattutto amore per la libertà dei popoli. Un’esperienza che lascia il segno in chi vuole sapere». Hanno controfirmato il nobile pensiero i noti professori che erano con lui:Francesco Obrizzo, Elena Cubellis e Ilia Delizia.
L’altro avvenimento importante, anche per Ischia, è stato il Convegno in Puglia per i 150 anni dell’Unità d’Italia e di Roma Capitale. Relatori sono stati l’avv. Nino d’Ambra, presidente del Centro di Ricerche Storiche d’Ambra, ed il prof. Nicola Colonna, docente di storia delle dottrine politiche presso l’Università di Bari. Ha introdotto i lavori l’avv. Giuseppe Angiuli, organizzatore puntuale e solerte del meeting per conto della “Lega dei Socialisti”; hanno portato la loro adesione e i loro saluti la prof.ssa Bianca Tragni “Presidente comitato regionale per i festeggiamenti del 150° anniversario Unità d’Italia”, e Franco Bartolomei segretario nazionale della “Lega dei Socialisti”.
Tutti hanno svolto tesi di alto livello sulle alterne fasi dell’Unità d’Italia, che sarebbe difficile sintetizzare nello spazio limitato di un articolo. L’ avv. d’Ambra, fra l’altro, ha parlato dei patrioti pugliesi che hanno avuto rapporti “antichi” con l’Isola d’Ischia a cominciare dal martire Emanuele de Deo, amico e combattente con l’avv. Filippo di Lustro, di cui è ben visibile l’epigrafe marmorea esistente nella sala d’aspetto della Sezione di Ischia del Tribunale di Napoli. Assieme ad altri patrioti furono i primi ad opporsi al totalitarismo imperante fondando “La Società Patriottica Napoletana”, sulla spiaggia di Mergellina in una sera d’estate del luglio 1793, a cui molti storici fanno risalire la  prima scintilla del Risorgimento nazionale. Fra i quali il pugliese storico Tommaso Pedìo (1917-2000), professore dell’Università di Bari, che nelle sue opere ha scritto e documentato in abbondanza su Emanuele de Deo, Filippo di Lustro ed altri. L’avv. d’Ambra era stato invitato principalmente per parlare dei detenuti politici pugliesi che dal 1848 al 1859 furono imprigionati nelle Carceri del Castello d’Ischia (dove c’è una grande lapide lignea, realizzata nel 1987 su ricerche storiche di Nino d’Ambra): Cesare Braico, Pasquale Ultimare, Vincenzo Cavallo, Zaccaria Gallo, Vincenzo Lo Sito, Francesco Melchiorre, Costantino Panunzio, Luigi Poli e Vincenzo Sicismondi.
  Indi l’avv. d’Ambra ha accennato ai patrioti ischitani e procidani, impiccati assieme ai patrioti pugliesi, dopo la caduta della Repubblica Napoletana del 1799. Successivamente, parlando della rivolta antiborbonica di Napoli del 15 maggio 1848, ha ricordato i patrioti pugliesi come il medico Cesare Braico (innanzi menzionato, fra gli “ospiti” borbonici del Carcere del Castello d’Ischia), che combatterono sulle stesse barricate con i martiri ischitani Giuseppe Pezzillo e Aniello d’Ambra. Ha ricordato, con particolare deferenza i cinque patrioti pugliesi che parteciparono alla leggendaria spedizione dei Mille: Cesare Braico medico, Moisè Maldacea ufficiale, Nicola Mignogna possidente, Filippo Minutilli ufficiale e Francesco Curzio avvocato. L’oratore non ha mancato di citare un altro pugliese illustre contemporaneo di Garibaldi, Antonio Manganaro, artista e vignettista politico a tutto tondo che lavorava a Napoli, le cui opere illustrano la biografia su Garibaldi scritta da Nino d’Ambra, pubblicata nel 1983, e costituiscono la parte più cospicua della mostra ancora in atto sul Risorgimento presso il Centro di Ricerche Storiche d’Ambra.
A nostra specifica richiesta l’avv. d’Ambra ha suggerito a chi volesse rendersi conto dei patimenti e delle torture praticate all’epoca ai patrioti, detenuti politici, anche nel Carcere del Castello d’Ischia oltre che in altri: Montesarchio, Pescara, Montefusco, S. Stefano, Procida, Nisida, Monreale in Sicilia, ecc…  di visitare l’interessantissima Mostra in corso nelle sale del Palazzo Reale di Napoli dal titolo “Le Radici Meridionali dell’Unità Nazionale” , dove sono esposti tanti documenti e cimeli dell’epoca fra cui la tortura del “puntale”( un anello fisso alla caviglia del detenuto politico, da cui partiva una catena fissata al muro dall’altro capo!.).E non era la sola tortura praticata nelle carceri borboniche.
(quotidiano “Il Golfo” del 6 ottobre 2011, pag.19)

Ultimo aggiornamento Domenica 20 Novembre 2011 17:17