Forio: 21 marzo giornata della poesia. "Vince la poesia vince di mille secoli il silenzio" (Ugo Foscolo) PER IL GIUDICE GIOVANNI FALCONE Non piangete Giovanni Falcone, i vincitori non si piangono. Lui scelse la lotta e la morte per vivere una luce che non si spegne in un mondo dove prevalgono le tenebre.
Non piangete Giovanni Falcone: non nascose il suo volto nel fango quotidiano, non lo fermarono né minacce, né lusinghe, perché lui era già il vincitore. Non gli importava sapere l’ora della morte: era un passaggio obbligato, una consapevolezza titanica; i leoni non vanno a morire con la criniera abbassata. E mentre lo sdegno degli Uomini montava come un uragano allo scatto del pulsante assassino, chissà in quale parte inimmaginabile dell’Universo siderale, Dante e Omero celebravano l’apoteosi di Giovanni Falcone. Spargete fiori sul passo del vincitore, coprite l’autostrada di ghirlande di lauro. Giovanni non appartiene al regno dei morti. I morti sono la calunnia, la maldicenza, l’invidia: piccoli immondi tarli senza storia, tare di un mondo dove la tecnologia ha retrocesso il cuore nel Medioevo. Non piange la terra che si è nutrita con il suo sangue, per partorire germogli di eternità. Il vortice del vento ne carpirà le spore alla ricerca di altri suoli fecondi. Non piangete Giovanni Falcone. Voi sì, madri dei suoi assassini, voi sì avete diritto al pianto, alla disperazione, a strapparvi i capelli, a vestirvi di un nero eterno, a maledire il vostro latte avvelenato che li ha nutriti. Ma non puoi piangere chi scelse il prezzo di essere libero! Fermati pellegrino del mondo, fermati accanto all’autostrada divelta, fermati all’alba (non quando tramonta il sole): ti illuminerai di miriadi di germogli splendenti, tutti con il volto intatto e immacolato di Giovanni Falcone.
Nino d’Ambra ( Composta tra il 27 e 28 maggio 1992. Pubblicata successivamente più volte ).
|