Forio: Da Forio d’Ischia a Gerusalemme una schiera di Padri francescani, Il “Centro di Ricerche Storiche d’Ambra” parla francescano Stampa
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Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche
Scritto da Baldino pasquale   
Domenica 01 Novembre 2015 20:06

Forio: Da Forio d’Ischia a Gerusalemme una schiera di Padri francescani, Il “Centro di Ricerche Storiche d’Ambra” parla francescano

Tutti i protagonisti e gli eventi al centro delle ricerche storiche dell’avvocato Nino d’Ambra hanno quale comune denominatore il culto costante della povertà, dell’umiltà, della libertà, del coraggio. Nessun laico (dal greco ‘laikòs’=uno del popolo) come il fondatore del ‘Centro di Ricerche Storiche d’Ambra’ è stato così vicino (da Garibaldi a Luigi il Cubano, da Don Girolamo Milone ai Francescani foriani e martiri della Repubblica Napoletana del 1799) a San Francesco d’Assisi. Basta scorrere con attenzione le sue numerose e profonde pubblicazioni. Nel caso specifico, sono, infatti, numerosi i Padri francescani che da Forio d’Ischia (col convento -oggi municipio- attaccato al tempio dedicato a S. Francesco d’Assisi del 1640) hanno illuminato la Provincia di Napoli e di Terra di Lavoro, non solo, ma anche il cosiddetto Commissariato di Terra Santa col nome di “Guardiano di Sion”, perché l’origine della Custodia di Terra Santa risale proprio a San Francesco d’Assisi che si imbarcò da Ancona per visitare i luoghi santi, ove incontrò il sultano Al Malik Al Kamil. Papa Giovanni XXII autorizzò l’Ordine francescano ad inviare i suoi frati esercitando apostolato e qui riscattarono nel 1333 il Cenacolo ove, secondo la tradizione si svolse l’Ultima Cena, e vi fondarono un convento. I musulmani riconobbero i Frati Minori (detti ‘minori’ in segno di umiltà, di rinuncia a beni terreni e ‘perfetta letizia’ nell’aiuto ai poveri) come officianti abituali del Santo Sepolcro. Papa Clemente VI, con la bolla ‘Gratias Agimus’ e ‘Nuper carissimae’ nel 1342, anno primo del suo pontificato, approvò l’operato dei Reali di Napoli, riconoscendo ai frati il diritto a rappresentare la Chiesa di Roma nei Luoghi Santi. Oggi i Santuari affidati alla Custodia sono 74 e al 2013 hanno offerto il proprio servizio oltre 300 religiosi provenienti da 32 Paesi.  L’attuale ‘Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte Sion’ è dal 2004 padre Pierbattista  Pizzaballa. Ebbene stesso prestigioso incarico ha ricoperto Giovanni Carcaterra (1871-1940), col nome di Padre Onorato, originario della contrada Monterone di Forio, che a 13 anni appena partì per la Terra Santa ove, compiendo gli studi, indossò l’abito francescano a Nazareth e consacrato Sacerdote dal Patriarca di Gerusalemme: qui fu poi apprezzato professore di discipline umanistiche. L’Avv. Nino d’Ambra è stato due volte a Gerusalemme a cercare documenti che riguardavano Padre Onorato che -su apposita delega scritta di Papa San Pio X- aveva fronteggiato con competenza culturale e coraggio francescano una questione tra la Santa Sede e la Spagna che presumeva dirigere le risorse provenienti dal mondo. Fu nominato prima Vescovo di Ariano di Puglia e successivamente di Ipso. Altro nome foriano è il francescano Gaetano Caruso (1843-1896), Padre Cherubino, Commissario di Terra Santa, che difese vittorioso i diritti dell’Ordine contro le usurpazioni altrui. Da ricordare Padre Ludovico Cigliano (1895-1969) che nel 1964 fece da guida in Terra Santa al beato Papa Paolo VI, in qualità di cerimoniere. Ancora tanti altri i Francescani registrati presso il Centro d’Ambra, come P. Cherubino Castaldi, P. Gabriele, P. Giovanni Battista, P. Gregorio, P. Giuseppe, P.Matteo, P. Pasquale, P. Tommaso, P. Vito Insante, P. Maurizio Ionchese, P. Vito Di Maio, P.Bonaventura. Una pattuglia di autentici testimoni, autentici pastori d’anime, per una Chiesa povera, non macchiata da interessi politici e temporali. Francescani eroi. Come il Patrono San Giovan Giuseppe della Croce. Come l’Enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco, sentinella d’Assisi e di una Civiltà nuova.
PASQUALE BALDINO – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani, docente Liceo, poeta (mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. )   
(Dal quotidiano “Il Golfo” dell’8 agosto 2015, pag.14)