IL RISPETTO PER GLI AMMALATI NON ABITA PIU' QUI': ALLARME PIAGHE DA DECUBITO AD ISCHIA Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Lunedì 10 Maggio 2004 17:10

Strutture non ancora efficienti, addetti e responsabili del servizio autoelevatosi sul piedistallo del “lei non sa chi sono io”, fanno orecchie da mercante dinanzi ai continui disagi ed alle difficoltà a cui vanno in contro quotidianamente gli utenti, senza il minimo rispetto per le necessità e le esigenze dei pazienti, quasi tutti anziani.
Il problema sarebbe riconducibile all’assenza di materassi antidecubito, alla mancata mobilitazione degli ammalati e una volta riscontrata la comparsa della piaga all’incapacità di trattarla. Anche l’incapacità di utilizzo di materiale all’avanguardia ha concorso ad aggravare la situazione, addirittura sono stati dimessi pazienti con ustioni a tre strati di pelle provocati dal nitrato di argento contenuto nello spray nebulizzato a distanza ravvicinata.


Un tempo le cronache erano all’insegna del disimpegno, o al massimo di qualche assurdo caso di cronaca nera violenta. Ora, ad ogni cambio di stagione, salgono alla ribalta gli ennesimi scandali della cosiddetta "malasanità". Che la sanità necessiti di una riforma è ovvio, ma la strada statalista scelta da chi svolge il suo compito non per effettivamente risolvere il grave o poco grave problema di salute, ma solo per prendere lo stipendio a fine mese, non mi sembra proprio la soluzione più efficace, Con una legge sarà possibile garantire il diritto alla salute?
E soprattutto sarà possibile farlo se manca il vero valore del proprio compito e del proprio ruolo?
Così eccoci qua a prospettare il nuovo caso della saga infinita. Sette pazienti anziani su dieci al Rizzoli hanno riportato piaghe da decubito e lacerazioni in più parti del corpo e poi, dopo essere stati dimessi nel caso si fosse riusciti a sopravvivere al continuo avanzamento della piaga e alla relativa infezione, una volta a casa l’incapacità delle varie organizzazioni e del personale a questo addetto di trattare la ferita. Pochi i casi, una goccia nel mare, di anziani recuperati, diverse invece le segnalazioni di decessi avvenute per il sopraggiungere di setticemie e gravi forme debilitanti. Sono molti i medici, liberi professionisti ed operanti anche presso i servizi d’emergenza che denunciano il totale fallimento della struttura sanitaria lacchese nel trattamento dei pazienti anziani, perché provocare ed aggravare piaghe da decubito in un ospedale è fallire, alcuni che hanno potuto verificare sui propri cari uno stato di cose a dir poco indecente, addirittura persone con lacerazioni estese dall’osso sacrale fin su le spalle e nella zona dei talloni dopo settimane di degenza niente po po di meno che nel reparto di rianimazione, pochi i fortunati che avendo i tessuti più resistenti sono riusciti a scampare il pericolo. In molti casi si è addirittura riscontrata l’ustione a tre strati di pelle provocata dalla nebulizzazione a distanza ridotta ed inadeguata di uno spray, che per motivi di opportunità evitiamo di riportare, con la confezione color argento, a base di nitrato d’argento. Si tratterebbe per l’appunto di un prodotto all’avanguardia, ottimo, ma dannoso e disastroso nelle mani di persone e personale incompetente. Infatti sarebbe proprio questa sostanza che anche dopo un solo uso provocherebbe, la bruciatura e dunque una necrosi, visibile con una macchia scura comparsa nella zona di nebulizzazione sotto la quale si alimenta l’infezione. Una volta rimossa chirurgicamente la necrosi, rimane solo una dolorosissima ed infetta ferita, difficile da gestire e con tempi di recupero nel caso si sia in grado di farlo che vanno dai sei mesi ed oltre. In più oltre a questo particolare fattore contingente si aggiungerebbe l’assenza di materassi da decubito nella struttura lacchese, la mancata mobilitazione dei pazienti infermi e troppo stabili sulla stessa posizione e l’incapacità di trattamento della piaga stessa. Un vero e proprio allarme, che non riesce a farsi rientrare anche per l’atteggiamento tenuto dal personale addetto dai medici in primo luogo che invece di occuparsi dei pazienti pensano alle beghe alle mire di potere ed ai contrasti interni e al personale paramedico che prendendo esempio dai superiori si pongono con il paziente in maniera disinteressata e demotivata svolgendo giusto il servizio minimo ed indispensabile.
Alla comparsa della piaga, una volta dimessi e ritornati a casa si presenta il problema della cura, il più delle volte affidata per gli anziani ad associazioni di categoria che si affidano all’utilizzo di un prodotto, l’idrocolloide, spacciato per sostanza miracolosa, mentre nella realtà dei casi si dimostra un catalizzatore dell’infezione che ne decuplica il processo di avanzamento e a breve il sopraggiungere della setticemia e dunque la morte. Si tratta di una lacerazione dolorossissima ed insopportabile che annienta l’infermo, consumandolo lentamente. È capitato di vistare persone che tale era lo stato di avanzamento del male che addirittura si sentiva il puzzo di marcio l’avanzato stato di decomposizione del tessuto epidermico. Una vicenda inaccettabile e disdicevole a cui nessuno organo competente cerca di porre rimedio. Cerato cosa fa? Dorme? Chi controlla l’ospedale Rizzoli e il suo andamento o lo fa addobbandolo e ripulendolo per il dì di festa e dell’inaugurazione. La verità è che si combatte contro i mulini a vento non c’è un tribunale del malato serio che porti avanti un inchiesta per cercare di arginare una vicenda e uno stato di cose in primis schifoso non confacente persino ad uno stato “ incivile”, ove mai noi fossimo la società civile. Un trattamento del malato alla stregua dei lazzaretti del malato e pensare che per evitare una piaga basterebbe semplicemente muovere molto il paziente invece che lasciarlo a marcire nel proprio letto.
Sono afflitta soprattutto dal tono tragico con cui bisogna annunciare le notizie di malasanità. Un tono usato per incutere sorpresa e raccapriccio nel pubblico degli utenti massmediali, un tono che non potrebbe essere diverso se davvero si vuol destare l’attenzione dell’opinione pubblica in un mondo dove persino gli addetti ai lavori, chi ha fatto una scelta di vita che dovrebbe essere più che un impiego una missione a favore del prossimo sono totalmente disinteressati e negligenti. Ma di che cosa dovremmo stupirci? Del disinteresse dell’egoismo e del disprezzo di chi soffre, perché essere superficiali e svogliati è egoismo.La stessa enfasi stucchevole è usata specularmente, in occasioni scelte ad arte, per avvertirci che è accaduto qualche episodio di buona sanità. E la notizia consiste nel fatto che un ammalato è stato curato. Incredibile!
Davvero, di che cosa dovremmo stupirci? Ma a quale filone di pensiero dobbiamo affiliarci? A quello di quei superbi malafedosi che, con un po’ di stampa compiacente, dicono a più riprese che la scienza medica italiana "non ha nulla da invidiare" a quella espressa dai più evoluti paesi occidentali, pubblicizzando, come eccezionali, interventi chirurgici o terapie farmacologiche che nella maggior parte dei casi non acquistano la dignità di una pubblicazione scientifica? Oppure a quello dei denigratori che strumentalmente, per convenienze elettorali o giornalistiche, ci scandalizzano con dubbi che solitamente neppure i NAS possono risolvere? Eppure è tutto così semplice. La sanità rispecchia fedelmente l’impalcatura socio-economico-politico-etico-ecc. dell’Italia. Difficilmente si sa chi fa cosa, perché, quando. Ma, soprattutto, nessuno sa come. Non viene risparmiato né l’aspetto economico, né quello strettamente medico. Il controllo di qualità è abolito per principio.
Correnti di "pensiero scientifico" guidate dalle piazze. Dettami "clinici" imposti da magistrati. Finanziamenti per ospedali abbinati alle lotterie, soldi per la ricerca "tirati su" con partite di pallone, garanzie per handicappati richieste e ottenute da ballerine in tutù e cantanti rap in maratone televisive dove qualche baffuto o glabro demagogo fa da anfitrione. Finanziamenti non utilizzati, tenuti nel cassetto per rimpinguare, con gli interessi, chissà quali conti. Polemiche tra università e ospedali. Confusione tra prestazioni sanitarie offerte in cliniche universitarie, ospedali pubblici e ospedali privati accreditati come se le malattie fossero differenti se curate in un posto o in un altro. Lobbies con trasversalità di potere tanto influenti da neutralizzare la buona volontà di qualsiasi ministro della Sanità. Panorama ridicolo.
Vedrete! La conclusione di questa vicenda sarà, come al solito, nascosta. Nessuno degli indagati sarà giudicato responsabile per almeno vent’anni. Verrà presto dimenticato addirittura di quale responsabilità si stava parlando, così come abbiamo già perso la memoria dello scandalo dei topi in corsia o di chi è ricoverato in un reparto per malattie infettive perché si è cuccato la scabbia quando era operato per una semplice appendice, perché ha perso la vista a causa di mancanza di igiene.
Nel frattempo tranches di trenta miliardi alla volta, non si sa per quante volte, serviranno a rammendare qualche telino chirurgico, a pulire con il Sidol qualche bisturi, a sponsorizzare qualche convegno scientifico durante il quale verranno proposti programmi che necessiteranno dell’approvazione parlamentare.
Ma va’ … strano. E allora giù a ristrutturare ciò che non è ristrutturabile. Da tempo, le analisi degli addetti ai lavori hanno dimostrato quanto sia antieconomico il tentativo di cambiare l’aspetto dei vecchi ospedali rispetto al loro completo smantellamento e all’impegno in costruzioni nuove. Ma anche le logiche più facili vengono distorte dai poteri di sottobosco. Meglio allora tenersi gli ospedali pubblici, ridotti al livello di lazzaretti manzoniani, piuttosto che riorganizzare il sistema sanitario nazionale secondo la logica dell’efficienza.
ricordo sempre una frase che per me non aveva alcun senso. Adesso so che cosa significa: "Non è difficile governare l’Italia. E’ inutile! Come capisco ora che davvero le idee, come i pensieri ed il senso dell’opportuno, camminano sulle gambe degli uomini.

Ultimo aggiornamento Domenica 28 Dicembre 2008 17:31