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IschiaNews - Cronaca
Scritto da Tina Taliercio   
Domenica 22 Ottobre 2006 12:38

Ischia: Il turista di lingua inglese: questo sconosciuto

Le “pubbliche relazioni” della locale azienda di trasporti su ruota: “NO COMMENT”, direbbe il turista di cui sopra
Sono ostinati, questi turisti inglesi. Eppure Ischia, da sempre e oggi più che mai, fa di tutto, ma proprio di tutto, per farli sentire indesiderati, o, nel migliore dei casi, sopportati controvoglia. Tranne nei pochissimi luoghi dell’isola in cui ci sia un/una inglese che vive sull’isola (come ai Giardini La Mortella), per il resto l’Isola dell’Eterna Giovinezza, l’Isolaverde e chi più ne ha più ne metta, ignora di sana pianta l’inglese e gli inglesi tutti.

Mi si permetta il “gioco” semantico: ignora l’inglese, nel senso che la lingua mondiale della comunicazione, quella che in tutto il mondo serve per capirsi (e non solo a livello diplomatico, politico, istituzionale e commerciale, ma anche a livello di viaggi e turismo, di quotidianità), ad Ischia la si ignora, non la si conosce.
Ma Ischia ignora bellamente anche gli inglesi, nel senso che, quelli che imperterriti ci vengono ugualmente, si trovano in un isolamento sociale e culturale completo. Merito va intanto riconosciuto alle poche strutture ricettive che in questi ultimissimi anni hanno investito nei corsi invernali d’inglese per il proprio staff e che già godono dei benefici della loro iniziativa, verificando come il loro personale oggi riesca a comunicare efficacemente con gli ospiti anglofoni. Ma, come già detto con amarezza, si tratta ancora di poche strutture, di casi isolati, mentre la maggioranza delle imprese isolane (non solo strutture ricettive, ma anche le attività commerciali in generale) continua a restare ostinatamente nell’oblio più completo, negativamente supportata anche dalle amministrazioni comunali, che non si preoccupano affatto di produrre cartellonistica, manifesti, pubblicazioni anche in lingua inglese. È pur vero che i cartelli e i testi in tedesco qui ad Ischia sono in genere più o meno colmi di errori, ma perlomeno il tentativo di comunicazione c’è tutto e il messaggio in qualche modo arriva, mentre verso il “resto del mondo” emerge la chiusura più totale, la completa assenza di, appunto, tentativo di comunicazione.
L’episodio che mi spinge ancora una volta a denunciare questo triste stato di cose è decisamente sconcertante. Alla fine di settembre, quattro ospiti provenienti dal Regno Unito sono arrivati per la prima volta in Italia e nello specifico in un importante albergo della nostra isola, per il matrimonio della figlia di una delle due coppie. Hanno deciso di visitare una zona di Ischia distante dall’albergo, per cui si sono informati alla reception sulla possibilità di comprare i biglietti dell’autobus a bordo. La risposta è stata affermativa, perciò sono saliti sull’autobus Sepsa e rimasti in attesa dell’incaricato che vendesse loro i biglietti (così come accade nel loro Paese, hanno tenuto poi a precisare). L’uomo che credevano essere il bigliettaio e a cui hanno cercato inutilmente di dare i soldi per i biglietti gli ha però lasciato intendere (perché ovviamente non parlava inglese) che avrebbero dovuto pagare ben altro che il biglietto. Mentre cercavano faticosamente di interpretare la mimica, la prossemica, il linguaggio dei gesti, del corpo e quant’altro l’essere umano si sia inventato nel corso dei millenni per ovviare alla mancanza di una lingua in comune, il controllore “monolingua” ha addirittura ordinato all’autista di fermare l’autobus ed agli sbalorditi inglesi di scendere dalla vettura. Intanto ha anche chiamato un suo collega (anch’egli “monolingua”) a cui si è aggiunto un terzo uomo (quest’ultimo neanche in divisa, quindi ancor meno… definibile). Vista l’impossibilità di intendersi, i malcapitati inglesi hanno ripreso la via del loro albergo, sapendo che, almeno lì (fortunatamente una delle poche strutture di cui sopra, in cui si è investito nei corsi d’inglese) c’è più di una persona in grado di comunicare in inglese e quindi di fungere da interprete. In albergo, dopo un’attenta narrazione dei fatti, è stato detto loro che, se non avessero esibito i documenti, i controllori avrebbero chiamato la polizia e le cose sarebbero decisamente peggiorate per loro.
La faccenda si è comunque conclusa con l’elevazione delle multe, che in questa sede non ci interessa quantificare né ci preme sottolineare se verranno pagate o meno. È importante invece evidenziare che gli ospiti inglesi avevano agito nella più totale buona fede, senza avere la minima intenzione di viaggiare a scrocco della Sepsa e che naturalmente hanno informato per iscritto il Consolato Britannico a Napoli, dichiarando di essere stati trattati male e di non aver avuto la possibilità di comunicare e di spiegare le loro ragioni, se non quando ormai la situazione era degenerata, ossia in albergo. Ma a quel punto non sono stati creduti sull’accaduto e questo è ciò che più di tutto ha lasciato in loro un ricordo estremamente sgradevole.
Sebbene Ischia sia loro piaciuta molto, inevitabilmente ricollegheranno sempre il loro soggiorno a questo brutto episodio, raccontandolo ad amici e parenti, se non addirittura inviando una e-mail a qualche giornale.
Il paradosso è che si sono addirittura sentiti impotenti e strumentalizzati per la loro incapacità di parlare italiano...! Sì, si sono espressi proprio così: hanno avuto l’eleganza – malgrado il malo modo in cui erano stati trattati dai controllori Sepsa – di scusarsi per non essere in grado di parlare italiano, piuttosto che puntare il dito contro, accusando la controparte di non parlare inglese – assolutamente doveroso per chi opera a continuo contatto con il pubblico in una destinazione turistica!
Davvero un bell’esempio di quotidiana civiltà, a cui fanno da contraltare le cattive maniere, il pressappochismo e soprattutto l’inadeguatezza di chi ricopre un ruolo del genere, ma non si preoccupa neanche un po’ di munirsi degli strumenti-base per comunicare né tanto meno l’azienda per cui lavora si premura di organizzare dei corsi di formazione linguistica per i propri dipendenti.

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 16:07