Ischia: Multa all’Enel per i liquami nel porto d’Ischia Stampa
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IschiaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Venerdì 28 Novembre 2008 16:58

Ischia: Multa all’Enel per i liquami nel porto d’Ischia

 “Energia Pulita” per spot e sostanze organiche per stop alle vasche IMOF

Inquinato il catino borbonico. La Capitaneria di Porto avrebbe addebitato sanzioni pecuniarie per circa 12 mila € all’Ente Nazionale per l’energia elettrica per i danni prodotti dalla sede di via Iasolino. I dirigenti responsabili della “zona Pozzuoli” parlano di errore umano imputabile alla ditta incarica della manutenzione all’impianto di trattamento interno alla centrale rifiutando la contestazione. Scongiurata almeno per ora la denuncia penale.

Energia tutt’altro che pulita quella che l’Enel vende per spot e offre a titolo gratuito e a danno della collettività come inquinamento. Nel pomeriggio di ieri gravi irregolarità e illegittime immissioni in mare sono state riscontrate dagli uomini della Capitaneria di Porto di Ischia a danno dell’Ente Nazionale Energia elettrica in relazione alle autorizzazioni provinciali relative agli scarichi fognari. Stando alla ricostruzione degli agenti incaricati dal Locamare la sede Enel di Via Iasolino avrebbe prodotto un grave inquinamento sversando metri cubi e metri cubi di liquami e sostanze organiche nel porto di Ischia, pare, a causa del mancato funzionamento delle vasche IMOF annesse alla sede ischitana. Una intensa attività quella svolta dagli agenti in divisa bianca che ha portato alla costatazione dell’illecito i qui particolari sono al vaglio degli inquirenti e che stando almeno ad una prima contestazione in danno alla Enel avrebbe prodotto sanzioni amministrative per circa 12 mila €. Scongiurata dunque almeno per il momento la denuncia penale. Tutta via non poco è  stato lo sforzo prodotto dalle autorità marittime per convincere il responsabile della zona Pozzuoli a cui è annessa la sede ischitana che non c’era modo di evitare la notifica dell’illecito riscontrato. Infatti per il delegato ENEL la colpa del danno procurato e dell’inquinamento prodotto sarebbe da imputare alla ditta incaricata della manutenzione degli impianti e dunque delle vasche IMOF. Vasche trovate spente e non in attività dagli inquirenti. Tutto a danno della salute dell'ecosistema e della popolazione in quella che tra l’altro dovrebbe essere parte integrante dell'Area Marina Protetta "Regno di Nettuno".

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 13:56