Pagine di Liberta' di Nino D'Ambra Stampa
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Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche
Scritto da Redazione Il Mattino   
Giovedì 25 Aprile 1991 19:05

Pagine di libertà ad Ischia

ISCHIA (R.P.) «Storia della libertà nell'Isola d'Ischia: dalla Rivoluzione francese alla Resistenza». E il tema di una nuova opera dello studioso Ischitano Nino d’Ambra (edito dal Centro di Ricerche Storiche d'Ambra) che sarà presentato oggi alle 18,30 nel Chiostro francescano del Municipio di Forio, relatori il professor Edoardo Malagoli e Marianna Lamonica.
Il luogo scelto per la presentazione dell'opera di Nino d'Ambra ha un significato simbolico. La manifestazione si svolgerà infatti nel Chiostro attiguo alla piazza Municipio dove, nel 1799, fu innalzato «l'Albero della Libertà» da parte dei sacerdoti Gaetano Morgera e Vito d'Abundo, dall'avvocato Saverio Biondi, dal marinaio Polito, come segno di adesione alla Repubblica Napoletana.

E’ questo il primo approccio della minuziosa ricerca storica verso tutti gli episodi e i personaggi che nell'isola d'Ischia hanno segnato il cammino verso la conquista della libertà.
Nell'opera di Nino d'Ambra rivivono dunque personaggi ischitani che sono sconosciuti alle nuove generazioni.
Il libro è dedicato alla prima donna di Ischia combattente per la libertà: la diciottenne Maria Candida d'Abundo, che fu costretta all’esilio in Francia per la sua appassionata adesione alla Repubblica napoletana del 1799.
Una delle poche superstiti tra quanti furono perseguitati e poi giustiziati per avere eretto gli «Alberi della libertà» in diverse zone dell'isola: Gaetano Morgera, Antonio de Luca, Francesco Buonocore e Leopoldo d'Alessandro.
La ricerca di Nino d'Ambra non si ferma al resoconto storico ma punta all'analisi delle ragioni culturali che hanno alimentato negli ischitani il «gusto» della libertà, indicando le radici nella lotta ai saraceni, nelle vertenze giudiziarie per il riscatto feudale e nella partecipazione alla congiura giacobina del 1792 1794. Un capitolo particolare è dedicato alle influenze dei maestri dell'Illuminismo.
«II Decennio Francese spiega d'Ambra portò un'ondata di riforme a favore delle popolazioni meridionali, stroncate poi dal Congresso di Vienna dei 1815. Ma l'attività dei combattenti ischitani per la Libertà riprese quasi subito attraverso le quattro sette carbonare che operarono nell'Isola dal 1820 al 1824 e che poi parteciparono alla rivolta antiborbonica del 15 maggio 1848, durante la quale persero la vita due abitanti di Forio, Giuseppe Pezzillo e Aniello d' Ambra».
Dal Risorgimento, l'analisi di Nino d'Ambra passa alla documentazione di tutte le attività svolte dal progressisti ischitani nei movimenti di opinione napoletani e nazionali.
Dal Risorgimento ai problemi dei marxismo, dal Circolo anticlericale di Forio alla contestazione alla guerra di Libia del 1912, dalla adesione alla Massoneria alla partecipazione alla prima, mitica, amministrazione unitaria antiborghese del 1914 1918 a Napoli, dalla rivolta per l'assassinio di Giacomo Matteotti alla Resistenza. L' autore conclude l'opera con il giudizio sugli ischitani espresso da Giovanni Bovio nel 1900: «Amano la libertà e non calcolano la brevità del tempo ma la santità della lotta». Un vero e proprio invito a riflettere sui valori moderni.

[Da “Il Mattino “ – Redazione Pozzuoli, 25 aprile 1991, pag. 25].

Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Maggio 2009 18:24