Un isola che piange lacrime di coccodrillo Stampa
Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 
ItaliaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Giovedì 31 Dicembre 2009 07:55

Un isola che piange lacrime di coccodrillo

Bertolaso accusa la "Burocrazia che uccide" e bacchetta Ischia .
"E' inaccettabile. Da noi della Protezione civile si pretende una risposta fulminea alle emergenze, ma gli altri hanno tempi diversi. Non mi va bene", dichiara il commissario straordinario al Messaggero, “Il sindaco mi ha accusato di non aver fatto nulla.

Ma chi ha aiutato quella mamma e quella moglie, rimasta sola, senza figlie e senza marito? Chi le ha dato i soldi per sopravvivere? E' stata forse qualche autorità territoriale? No, è stato Bertolaso”. "E' inaccettabile. Da noi della Protezione civile si pretende una risposta fulminea alle emergenze, ma gli altri hanno tempi diversi. Non mi va bene. Dovremmo tutti lavorare con lo stesso ritmo e con lo stesso impegno". Lo ha dichiarato in un intervista a "Il Messaggero", Guido Bertolaso, capo della Protezione civile italiana.
"In alcune realtà le cose non funzionano - ha continuato Bertolaso - Tre anni fa, a Ischia, la montagna franò e uccise tre ragazzine. Il sindaco mi ha accusato di non aver fatto nulla. Ma chi ha aiutato quella mamma e quella moglie, rimasta sola, senza figlie e senza marito? Chi le ha dato i soldi per sopravvivere? E' stata forse qualche autorità territoriale? No, è stato Bertolaso che si è presentato senza telecamere e microfoni e ha consegnato a quella donna un assegno di 140 mila euro, poi versato in una banca di Ischia. In quella situazione le autorità locali non fecero quello che avrebbero dovuto. In altre situazioni, invece, i soldi da spendere ci sono ma prima di essere spesi passano due tre anni".
Dopo 8 anni di lavoro tesi a creare un'unità di lavoro coesa, ormai consolidata, ci si chiede se il dopo Bertolaso potrà avere conseguenze sulla gestione delle nuove emergenze: "No, dopo di me ci sarà una squadra che funzionerà - ha risposto Bertolaso - Il rischio che tutto ricominci lo escluderei. Il Paese è cresciuto e ha la consapevolezza della tutela dell'ambiente. Un miliardo di euro sono stati stanziati ed ora avremo la prova provata se saranno spesi bene. La svolta del 2010 sarà di vedere se questi soldi si cominceranno finalmente a spendere per fare opera di prevenzione".
"Ora Bertolaso deve andar via perché è diventato un oggetto ingombrante, un personaggio scomodo - conclude il capo della Protezione civile - Paradossalmente paralizza la crescita dei sistemi locali. Provi a fare un sondaggio e a chiedere alla gente: chi è il capo della Protezione civile di Torino o della provincia di Foggia? La gente risponderà: Bertolaso. Invece no; i capi sono i sindaci, i presidenti delle province, delle regioni. E' tutto un sistema che abbiamo fatto crescere e deve potersi esprimere senza condizionamenti, finalmente in grado di fare da solo".

Messaggero di martedì 29 dicembre 2009, pagina 11
Intervista a Guido Bertolaso - Bertolaso: "L'Italia non fa squadra, troppe morti a causa dei burocrati"
di Mercuri Carlo
ROMA «L'Italia non fa squadra, è questo il problema. Quando questo accade i risultati si vedono». Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso mette sotto accusa un sistema che tende al conflitto e viaggia a velocità diverse. «Dopo la tragedia in Abruzzo abbiamo un miliardo di euro per la messa in sicurezza delle strutture a rischio sismico. La questione ora è come spendere questi fondi. La svolta del 2010 sarà vedere se si riuscirà à spendere i soldi per fare opera di prevenzione». Un rimprovero anche alle autorità locali, «che non sempre fanno quello che dovrebbero fare, A volte i soldi ci sono ma prima di spenderli passano anni».
«L’Italia non fa squadra, troppe morti a causa dei burocrati» Il capo della Protezione civile: «I fondi on ci sono, bisogna spenderli bene» di CARLO MERCIURI ROMA - L'Italia è un Paese i cui cittadini hanno due velocità: ci sono quelli che lavorano, si impegnano, realizzano le cose e risolvono i problemi. E poi ci sono quelli che i problemi li contemplano e se li rigirano tra le mani. Guido Bertolaso, Capo della Protezione civile, sostiene di preferire i primi. «L'altro ieri ero a Pisa e Lucca - racconta - Poi sono andato ad Ameglia, alla foce del fiume Magra. Il presidente della Regione Liguria mi dice che il fiume rappresenta un problema perché segna il confine tra due regioni; dunque c'è un conflitto di competenze che impedisce di mettere in sicurezza il tratto finale perciò è meglio che intervenga Bertolaso. Ma perchè, domando, devo- intervenire io?».
Che cos'è che non va, Bertolaso? Pensa forse che il sistema-Italia non faccia squadra?
«Esatto. E' proprio così. E quando invece l'Italia fa squadra i risultati si vedono, La Protezione civile, per esempio, fa squadra. Ma quando arrivai, otto anni e mezzo fa, non era così. Ricordo che c'erano forti contrasti tra i Vigili del Fuoco e i volontari, tra i Vigili del fuoco e i militari del Corpo Forestale, che litigavano su chi dovesse andare a spegnere gli incendi. Oggi, invece, tutti quanti noi facciamo una squadra».
Ma lei sta per andare in pensione. Che cosa si lascerà dietro, tra un anno? La cultura della Protezione civile avrà attecchito o tutto tornerà come prima?
«No, dopo di me ci sarà una squadra che funzionerà. Il rischio che tutto ricominci come prima lo escluderei. Il Paese è cresciuto e ha la consapevolezza della tutela dell'ambiente. Un miliardo di euro sono stati stanziati ed ora avremo la prova provata se saranno spesi bene. La svolta del 2010 sarà di vedere se questi soldi si cominceranno finalmente a spendere per fare opera di prevenzione».
Lei è stato fortemente critico, in talune sue recenti affermazioni, nei confronti di quella che ha giudicato «una insufficiente messa in sicurezza del territorio italiano». a dello in faccia ai sindaci che è ora di smetterla con le sagre della salsiccia e che occorre invece utilizza- rei fondi a disposizione per la tutela del territorio. In certe occasioni, come dopo la frana di Ischia, ha affermato di «provare rabbia e tristezza, perché significa che tutto il lavoro fatto fino ad oggi è stato insufficiente». Non si capisce se lei sia pi ottimista o pessimista. «In alcune realtà le cose non funzionano. Tre anni fa, a Ischia, la montagna frana e uccise tre ragazzine. Il sindaco mi ha accusato di non aver fatto nulla, Ma chi ha aiutato quella mamma e moglie, rimasta sola, senza figlie e senza marito? Chi le ha dato i soldi per sopravvivere? E' stata forse qualche Autorità territoriale? No, è stato Bertolaso che si è presentato senza telecamere e microfoni e ha consegnato a quella donna un assegno di 140 mila euro, poi versato in una banca di Ischia. In quella situazione le Autorità locali non fecero quello che avrebbero dovuto fare. In altre situazioni. invece, i soldi da spendere ci sono ma prima di essere spesi passano due-tre anni. E' inaccettabile. Da noi della Protezione civile si pretende una risposta fulminea alle emergenze, ma gli altri hanno tempi diversi. Non mi va bene. Dovremmo tutti lavorare con lo stesso ritmo e con lo stesso impegno».
A proposito di ritmo e impegno, l'emergenza-rifiuti a Napoli sembra sia finita, mentre a Palermo se ne sta aprendo una nuova. Torno a chiederle:
è la cultura della Protezione civile che non attecchisce?
«No, a Palermo ci sono tensioni interne che nulla hanno a che vedere con lo smaltimento della spazzatura. Anche nel Lazio, stessa cosa: un giorno vennero da me il sindaco e l'allora presidente della Regione, Mar- razzo, e mi dissero che non riuscivano a mettersi d'accordo sul piano dei rifiuti, mi chiesero se potevo fare da arbitro. Io ho fatto da arbitro, ho fatto una stima di quanti impianti e discariche servivano per smaltire la spazzatura. Poi ho detto che serviva anche qualche termovalorizzatore e che occorreva aumentare la raccolta differenziata. Allora apriti cielo, Si è detto: Bertolaso è contro la Regione, contro questo e contro quello... Ma io ho solo dato un giudizio imparziale su una precisa richiesta».
Bertolaso, chi raccoglierà la sua eredità?
«La squadra. Una squadra che funzionerà. Ora Bertolaso deve andar via, perché è diventato un oggetto ingombrante, un personaggio scomodo. Paradossalmente paralizzala crescita dei sistemi locali. Provi a fare un sondaggio e a chiedere alla gente: chi è il capo della Protezione civile di Torino o della provincia di Foggia? La gente risponderà: Bertolaso . Invece no; i capi sono i sindaci, i presidenti delle province, delle regioni. E' tutto un sistema che abbiamo fatto crescere e che deve potersi esprimere senza condizionamenti. Finalmente in grado di fare da solo».

Ultimo aggiornamento Venerdì 01 Gennaio 2010 16:29